Giorgia Raduzzi

Di cosa mi occupo

Giorgia Raduzzi, Psicologa Rimini

Benessere emotivo

Le emozioni sono stati affettivi intensi, di breve durata e possono avere causa interna o esterna. Hanno un carattere di forte utilità: ci comunicano se c’è qualcosa da cambiare o da mantenere.
Provare emozioni negative non significa avere un disturbo emozionale; quando però uno stato emotivo diventa frequente, intenso, presente in svariati contesti della vita quotidiana (lavorativo, sociale, affettivo) e duraturo, potrebbe configurarsi un disturbo emozionale e una gestione faticosa dello stato emotivo.
Lo spazio terapeutico può esserti utile per imparare a riconoscere, esprimere e regolare le tue emozioni.

Disturbo ossessivo compulsivo

Nel disturbo ossessivo-compulsivo è centrale la presenza di ossessioni e compulsioni.

Le ossessioni sono pensieri che possono avere forma verbale, di immagine, di impulso ad agire e sono vissuti come intrusivi. Possono avere qualsiasi tipo di contenuto (es. dubbio, paura del contagio, pensiero etero/auto aggressivi, pensieri relativi al peso, alla religione ecc.). Al fine di monitorare e diminuire il disagio (ansia, senso di colpa, disgusto) causato dalle ossessioni si attuano dei comportamenti “tampone”, appunto le compulsioni.

Le compulsioni sono rituali (ripetere la stessa azione o lavarsi le mani continuamente) o azioni mentali (come contare o ripetere mentalmente qualcosa) che aiutano a sfuggire al disagio derivante dalle ossessioni.

Giorgia Raduzzi, Psicologa Rimini
Giorgia Raduzzi, Psicologa Rimini

Disturbo dell'adattamento

Nel corso della nostra vita possono verificarsi svariati eventi, di diversa natura ed intensità, i cosiddetti su e giù della vita. La perdita di un proprio caro, la perdita del lavoro, una discussione importante, la separazione dal proprio partner etc etc.
Di fronte a questi eventi inaspettati, è funzionale una reazione di stress che, seppur composta da emozioni dolorose e spiacevoli quali ansia e tristezza, risulta adattiva per aiutarci ad elaborare l’evento accaduto e favorire una riorganizzazione delle risorse per fronteggiare la nuova situazione che ci si presenta.
Quando però la reazione emotiva, cognitiva e comportamentale ha lunga durata e forte intensità tale da interferire con diversi ambiti importanti per la persona (relazioni interpersonali, ambito lavorativo/scolastico, interessi/hobby), potrebbe configurarsi un disturbo dell’adattamento.

Depressione e disturbi dell'umore

La depressione è un disturbo dell’umore, caratterizzato da una visione di sé, dell’altro e del mondo filtrata da una lente nera che determina una valutazione pessimistica e negativa degli eventi della nostra vita.
Che differenza c’è tra tristezza e depressione?
La tristezza è un’emozione ed in quanto tale è naturale e adattiva, ci permette infatti di fermarci, riflettere su quanto accaduto e riorganizzare una nuova risposta appropriata e funzionale.
La depressione rappresenta una condizione costante contraddistinta da umore basso, pensieri negativi e pessimisti verso sé, il mondo e il proprio futuro.

Dal punto di vista clinico la depressione è contraddistinta da:

  • perdita di interesse nelle attività che prima ci coinvolgevano
  • compromissione nella sfera emotiva (tristezza, anedonia e angoscia)
  • sintomi fisici come perdita di energie, disturbi del sonno, aumento o diminuzione del peso, riduzione del desiderio sessuale
  • deficit a livello cognitivo come la capacità di prendere decisioni, la difficoltà di concentrarsi e pensiero autosvalutante
  • sintomi comportamentali come l’isolamento sociale, l’evitamento di situazioni nuove e la riduzione dell’attività
Giorgia Raduzzi, Psicologa Rimini

La depressione può avere carattere acuto, con fasi depressive molto intense ed improvvise, o carattere cronico, in forma più leggera con alcuni momenti di peggioramento.
Depressione maggiore, depressione persistente e disturbi bipolari costituiscono la categoria.

Giorgia Raduzzi, Psicologa Rimini

Stress lavoro correlato

Lo stress è una risposta psicofisica a compiti anche molto diversi tra loro, di natura emotiva, cognitiva o sociale, che la persona percepisce come eccessivi. È una risposta adattiva, perché ci permette di adattare e riorganizzare le nostre risorse alle richieste dell’ambiente.
Quando, tuttavia, questa risposta naturale diventa eccessiva per intensità e prolungata nel tempo può compromettere il nostro benessere.
È importante imparare a riconoscere lo stress e non essere travolti da ciò che accade. L’intervento terapeutico risulta quindi necessario per eliminare i sintomi e potenziare la capacità di accedere alle proprie risorse, al fine di recuperare uno stato di benessere.

Disturbi d'ansia

L’ansia è un’emozione e come tale è normale e utile. Ci prepara a fronteggiare un possibile ostacolo o pericolo per un nostro scopo e si manifesta con un’attivazione generale sia psicologica che fisiologica, caratterizzata da alcuni sintomi:

  • aumento del battito cardiaco
  • respirazione accelerata
  • pressione alta
  • afflusso del sangue agli organi interni
  • Dilatazione delle pupille
  • Irrigidimento dei muscoli
  • Sudorazione
Giorgia Raduzzi, Psicologa Rimini

Quando però diventa sproporzionata, eccessiva ed ingiustificata, si potrebbe configurare un disturbo d’ansia.
La Psicoterapia Cognitiva e Comportamentale è attualmente considerata dalle linee guida internazionali il trattamento elettivo per la cura dei disturbi d’ansia (NCCMH, 2011); l’uso di psicofarmaci può sostenere l’efficacia dell’intervento terapeutico ma non sostituirlo.
Fobia Specifica: paura marcata, persistente, eccessiva o irragionevole, provocata dalla presenza o dall’attesa di un oggetto o situazione specifici (per es., volare, altezze, animali, ricevere un’iniezione, vedere il sangue);
Disturbo di Panico: paura di vivere attacchi intensi di ansia (panico) durante i quali si teme di impazzire, morire o perdere il controllo;
Agorafobia: ansia relativa al trovarsi in luoghi o situazioni dai quali sarebbe difficile (o imbarazzante) allontanarsi o nei quali potrebbe non essere disponibile aiuto nel caso di attacco di panico;
Fobia Sociale: paura marcata e persistente di una o più situazioni sociali o prestazionali nelle quali la persona è esposta a persone poco conosciute o al possibile giudizio degli altri;
Disturbo Acuto o Post-Traumatico da Stress: paura e ansia a fronte di stimoli connessi a uno specifico evento traumatico;
Disturbo d’Ansia Generalizzato: ansia e preoccupazione eccessive (attesa apprensiva), che si manifestano per la maggior parte dei giorni e riguardo un’ampia varietà di eventi o attività (come prestazioni lavorative o scolastiche) con uno stile di pensiero fortemente negativo e ripetitivo su ciò che potrebbe accadere (rimugino).
Ipocondria (Ansia per la Salute): preoccupazioni legate alla paura o alla convinzione di avere una malattia grave, basate sull’erronea interpretazione di sensazioni corporee. La preoccupazione persiste nonostante rassicurazioni mediche appropriate.

Giorgia Raduzzi, Psicologa Rimini

Autostima e sviluppo di autoefficacia

L’autostima viene definita come “l’Insieme dei giudizi valutativi che l’individuo dà di se stesso” (Battistelli, 1994)
L’autoefficacia, secondo Bandura (2000), è la consapevolezza di essere capace di dominare specifiche attività, situazioni o aspetti del proprio funzionamento psicologico o sociale. Si tratta quindi della percezione che abbiamo di noi stessi di sapere di essere in grado di fare, sentire, esprimere, essere o divenire qualcosa.
Autostima e autoefficacia sono quindi intimamente correlate. Si determinano e si influenzano reciprocamente: quanto ci sentiamo capaci dipende anche da quanto ci sentiamo abili e viceversa.
Ma da cos’altro dipende il valore che diamo a noi stessi? Che impatto ha sulla nostra quotidianità?
Quando le critiche che provengono dal mondo esterno o quelle che noi stessi ci rivolgiamo ci fanno vacillare, è il tempo di fermarci e prendercene cura.